ANTO ha intervistato Manuela Ghizzoni, Presidente della Fondazione Fossoli

Cortese Presidente Capoduro

Ecco le risposte alle sue domande.

Grata per l’opportunità, Le porgo i migliori saluti,

Manuela Ghizzoni

1° Le chiedo di tracciare le tappe che hanno spinto il fascismo ad individuare la località di Fossoli in provincia di Modena a creare un centro di prigionia militare e successivamente per gli ebrei? Perché proprio Fossoli?

Il Campo di Fossoli è stato inizialmente Campo per Prigionieri di Guerra e, successivamente, luogo di Concentramento per ebrei e prigionieri politici. Il sito fu scelto per ragioni logistiche: collocato al centro della Pianura Padana, era facilmente raggiungibile da tutta Italia e collegato al Brennero e all’Europa del Nord attraverso la linea ferroviaria Carpi-Verona-Brennero.

2° A Fossoli le condizioni di vita delle persone incarcerate, prima come militari poi come ebrei, poteva essere paragonato ad un campo di sterminio nazista oppure era leggermente meno pesante?

La condizione degli internati a Fossoli era migliore rispetto a quella dei campi di sterminio nazisti, nel senso che alcuni si trovavano a vivere la prigionia insieme ai familiari, contando quindi su un conforto reciproco; chi ne aveva la possibilità economica, poteva acquistare cibo allo spaccio; all’interno dello stesso settore di Campo, poi, gli internati potevano circolare abbastanza liberamente. Ma fortissimo era lo stato di angoscia – che traspare fortissimo nelle testimonianze scritte pervenute – per il futuro assolutamente incerto e, per chi era stato internato da solo, pesava la lontananza dalla famiglia e dagli affetti. Queste condizioni di vita in apparenza sopportabili rispondevano al progetto di non esasperare i prigionieri, comunque destinati alla deportazione verso i campi in Germania e Polonia.

 3° Nei Campi di Fossoli sono morte persone? Quante e per lo più chi erano?

A Fossoli hanno avuto luogo esecuzioni sommarie, come l’uccisione del prigioniero ebreo Pacifico Di Castro il 1° maggio 1944 e l’esecuzione di Leopoldo Gasparotto, uno dei capi della Resistenza lombarda, il 22 giugno 1944. Dal Campo, poi, furono prelevati 67 internati e assassinati nel poco distante poligono di tiro di Cibeno, il 12 luglio 1944: una strage efferata, che colpì selettivamente resistenti politici e militari, antifascisti di diverso orientamento (cattolici, azionisti, comunisti, monarchici e repubblicani).

4° Gli abitanti di Fossoli erano a conoscenza di questo campo e delle conseguenze che avrebbe comportato l’internamento in questo luogo?

Gli abitanti di Fossoli e di Carpi sapevano dell’esistenza del Campo: restano molteplici testimonianze sia scritte sia orali di abitanti delle zone limitrofe, alcuni impegnati anche a rifornire di viveri il Campo stesso. Riguardo alle conseguenze dell’internamento, considerata la segretezza dell’esistenza dei campi di sterminio, forse in pochi immaginavano il destino dei prigionieri. Loro stessi pensavano a un futuro in un campo di lavoro in Germania, ma il nome e la funzione di Auschwitz o Buchenwald erano sconosciuti.

5° Oggi, Fossoli è solo un luogo di ricordo oppure è anche un luogo di partecipazione attiva per convincere e attirare le persone educandole alla sensibilizzazione a un messaggio di tolleranza e pace?

Il Campo Fossoli, attraverso le attività della Fondazione, non è solo un luogo di ricordo, ma un luogo di partecipazione attiva dei cittadini e degli studenti attraverso una ricca proposta culturale: visite guidate ai luoghi della memoria (il Campo di Fossoli, il Museo al Deportato e la Sinagoga); progetti didattici specificatamente realizzati per le scuole; attività di ricerca e di divulgazione nelle più varie forme (convegni, seminari, letture pubbliche, spettacoli). Tutto ampiamente documentato sul sito internet ufficiale della Fondazione.

6° Essendo il Presidente di una Associazione che si occupa di barriere architettoniche le chiedo: il campo di Fossoli è accessibile a persone con disabilità fisica e sensoriale?

Il Campo di Fossoli è accessibile a persone con disabilità fisiche e attraverso l’app dedicata è possibile ascoltare informazioni sul Campo stesso. Anche il Museo-Monumento al Deportato di Carpi è accessibile alle persone con disabilità fisica e sensoriale. La Fondazione Fossoli si impegna ad incrementare sempre più l’accessibilità dei propri siti, anche attraverso formazioni specifiche rivolte agli operatori che erogano le visite guidate.

7° Esistono testimonianze lasciateci dai sopravvissuti da Fossoli? Alla visita del Binario 21 di Miano c’è una testimonianza tremenda che racconta come il viaggio da Fossoli a un’altra destinazione ignota venisse vista come una liberazione e come una speranza verso una condizione di vita migliore. Che libri consiglia di leggere su Fossoli? Esistono film e documentari su Fossoli?

Esistono numerose testimonianze scritte del passaggio a Fossoli di sopravvissuti ai campi nazisti tra cui quella di Primo Levi che cita il Campo nelle prime pagine di “Se questo è un uomo”, quelle rese da Nedo Fiano, Gilberto Salmoni, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enea Fergnani, Luciana Nissim e molti altri. Esistono anche testimonianze rese attraverso il medium audiovisivo, come ad esempio il documentario realizzato dalla Fondazione Fossoli “Crocevia Fossoli”.

8° Sono passato spesso da Fossoli in estate con l’intento di visitare il campo, ma era sempre chiuso e un cartello invitava che il Campo di Fossoli riapriva in ottobre. Era una questione di organizzazione di personale oppure esiste un motivo fisico?

Ci dispiace per il disagio. La chiusura estiva del Campo di Fossoli va metà luglio alla metà di settembre, con la riapertura in occasione del FestivalFilosofia; in questo periodo, le condizioni ambientali sono particolarmente sfavorevoli alla visita e ai volontari che collaborano con la Fondazione per la custodia e l’apertura della baracca ricostruita. Nei periodi di chiusura è comunque sempre possibile prenotare una visita guidata. Il calendario delle aperture e delle chiusure, oltre ad essere affisso sul luogo, è visibile sul sito internet fondazionefossoli.org e riportato dalla voce registrata della segreteria durante i periodi di chiusura estiva dell’ufficio. Auspichiamo in futuro di ampliare le possibilità di visita per il pubblico anche nel periodo estivo.

9° Come Fondazione Fossoli avete attività didattiche con scuole oltre che organizzare convegni? Organizzate anche viaggi da Fossoli a Milano, Mauthausen, Auschwitz?

Come anticipato, le attività didattiche sono numerose e diversificate, come documentato sul sito internet. La Fondazione Fossoli, nell’ambito della sua iniziativa “Storia in viaggio” ha negli anni organizzato diverse attività didattiche rivolte a studenti verso Auschwitz, Mauthausen e altri luoghi di memoria in Italia e all’estero.

10° Che significato ha per lei essere Presidente della Fondazione Fossoli?

Essere presidente della Fondazione significa sentire il peso di una grande responsabilità, che deriva dal gravoso impegno che ricade sul CdA e sullo staff della Fondazione Fossoli: generare opportunità di conoscenza, capacità critica e coscienza civile a partire dalle drammatiche vicende storiche e dalle memorie, individuali e collettive, stratificate nella vita del Campo, affinché il passato resti tale e non possa ripresentarsi.

11° Come viene finanziata la gestione dei campi di Fossoli, ci sono problemi con la politica?

Fin dalla sua costituzione (1996), la Fondazione Fossoli riceve un finanziamento dal Comune di Carpi per la gestione dei luoghi di memoria (il Campo Fossoli, il Museo-Monumento al Deportato, il complesso delle Sinagoghe); nel tempo si sono aggiunti i finanziamenti, su progetto, della Fondazione Cassa di Carpi e, da ultimo (2018) il finanziamento del Ministero dei Beni culturali (i nostri bilanci sono pubblici sul sito internet).

PS: Manuela Ghizzoni ci informa che stanno lavorando anche sull’accessibilità del sito Internet della fondazione per renderlo fruibile anche ai non vedenti.

Ricordo che il sito della Fondazione Fossoli è: https://www.fondazionefossoli.org/

Ringrazio la Prof.ssa Ghizzoni per averci concesso questa intervista.

Antonio Capoduro