Sala Blu, un servizio in crescita

L’Associazione Nazionale Turismo Open ringrazia il servizio della Sala Blu di Trenitalia che ogni giorno opera per aiutare le persone in difficoltà a viaggiare in treno, con precisione e professionalità,

Come nasce la Sala Blu di Trenitalia? Un po’ di Storia

La Sala Blu di Trenitalia è il servizio che consente alle persone in difficoltà di utilizzare tranquillamente il treno. Le Sale Blu nascono nel 2007 come evoluzione dei vecchi “Centri di Assistenza Disabili”, istituiti da Trenitalia nel 2003 allo scopo di razionalizzare il servizio di “assistenza disabili”, precedentemente imperniato su una comunicazione – via fax! – di tipo “one to one” tra il personale operante nelle singole stazioni di partenza e arrivo. Nel gennaio 2011 la gestione del servizio è poi passata a Rete Ferroviaria Italiana, che fornisce gratuitamente assistenza ai clienti di tutte le imprese ferroviarie. Abbiamo chiesto a RFI, oltre alla breve storia del servizio, di evidenziare i risultati positivi del progetto Sala Blu.

Mediamente quanti utenti usufruiscono dei servizi di assistenza al giorno?

Per il mese di marzo del 2024, circa 450 viaggiatori/giorno

Il servizio ha incrementato gli spostamenti ferroviari delle persone con disabilità?  Secondo voi, questo numero è in crescita?

Nel ventennio 2003/2023 siamo passati da circa 108.000 a oltre 400.000 servizi erogati all’anno.

Come viene gestito il servizio di assistenza?

La prenotazione viene presa in carico dagli operatori di contatto, dal personale di RFI (Sale Blu) e delle Imprese Ferroviarie (Contact Center), mentre la parte esecutiva è affidata a fornitori esterni, che operano per conto di RFI, rispettando gli standard di qualità stabiliti da RFI. 

Gli operatori seguono un corso professionale particolare e sì in che modo?

RFI garantisce gli interventi formativi rivolti a tutti gli operatori di contatto (RFI e Imprese Ferroviarie), secondo moduli didattici di tre tipi di natura: normativa (conoscenza di base delle norme vigenti e approfondita della Procedura di RFI che regolamenta l’offerta e l’erogazione del servizio), tecnica (conoscenza approfondita dei sistemi informatici di supporto) e relazionale (capacità di interloquire con i richiedenti il servizio con competenza, professionalità e gentilezza). Inoltre, gli addetti delle Imprese Appaltatrici (tutte certificate ISO 9001) devono essere in possesso delle capacità tecniche per l’utilizzo dei dispositivi di ausilio (carrelli elevatori, rampe da marciapiede e sedie a ruote), e di competenze sul piano relazionale per poter interloquire, in stazione, con i viaggiatori tenendo presenti le loro esigenze, collegate ovviamente con il tipo di servizio richiesto

Il pubblico conosce questo servizio oppure si può fare di più per migliorare la conoscenza del servizio?

Premesso che RFI adempie a tutti gli obblighi informativi collegati con la normativa vigente, e opera costantemente sul piano della semplificazione nell’utilizzo dei canali di richiesta (telefonico, digitali, di persona presso le Sale Blu) si può sempre fare di più relativamente alla diffusione della conoscenza sull’esistenza del servizio, anche attraverso organi di stampa, il che non può che favorire la voglia (e il diritto!) di viaggiare anche da parte di persone con difficoltà.

Inoltre, è bene chiarire che il servizio non è limitato alle persone con disabilità in senso stretto, ma può essere richiesto anche da persone anziane, o da chi ha subito un infortunio temporaneo, o anche da donne incinte, tutte categorie di persone che possono avere un problema di mobilità ridotta.

I posti a sedere riservati a persone con disabilità sono davvero adatti? L’esperienza di alcuni disabili ci dice che non sempre è così: molto spesso manca il campanello d’allarme, manca la cintura di sicurezza, li maniglione è dondolante o assente, i sedili troppo spioventi.

Si tratta di aspetti la cui competenza ricade nel perimetro delle Imprese Ferroviarie.

In generale, in cosa si può migliorare il servizio?

La situazione migliorerà grazie a due iniziative: in prima battura, il progressivo aumento di accessibilità di treni e stazioni induce una maggiore autonomia dei viaggiatori negli spostamenti in treno, senza che questi siano vincolati alla presenza del servizio “Sale Blu”. In seconda battura, avverrà la progressiva estensione del circuito di assistenza, laddove permangano barriere architettoniche superabili, per l’appunto, tramite il servizio: nel periodo 2003 – 2023 il numero di stazioni del circuito è passato da 196 a oltre 350 stazioni, nelle quali si muove più del 70% dei viaggiatori, e l’assistenza in stazione è stata svincolata dai soli viaggi “tra” le stazioni del circuito, potendo in molti casi accordare la salita e/o la discesa dei viaggiatori che intendono spostarsi in autonomia anche presso stazioni non facenti parte del circuito ma con caratteristiche di accessibilità compatibili con le loro esigenze (circa il 10% del totale).

Intervista a cura di Antonio Capoduro (Pres. Associazione Nazionale Turismo Open)

Basilica di San Fedele a Como

Per maggiori informazioni storiche si veda il seguente link

Dove si trova

Come arrivare coi mezzi pubblici
Autobus N1, N6, N7 e N11, C50, C60, C62.
Parcheggio
A circa 200 m dalla Basilica, in piazza Medaglie d’Oro Comasche, sono presenti 3 posti auto riservati ai titolari di pass disabili. 

Informazioni per i visitatori
E’ disponibile una guida cartacea contenente informazioni sulla storia della chiesa (italiano, francese e tedesco).

NOTE SULL’ACCESSIBILITA’

Ingresso
Si accede alla basilica da piazza San Fedele tramite due porte a due battenti (rispettivamente di 71 cm ciascuno e di 90 cm ciascuno) e 2 gradini consecutivi (h 20 cm). L’ingresso laterale di via Vittorio Emanuele presenta un gradino (h 5 cm) e due porte a un battente (rispettivamente di 60 cm e di 110 cm).

Spazi interni
La basilica di San Fedele è costituita da una navata centrale e da due laterali, tutte visitabili senza ostacoli; la chiesa dispone di banchi con inginocchiatoi e sedie (h 50 cm).
Ai lati del presbiterio si trovano due cappelle: la Cappella del Crocefisso e Ia Cappella della Madonna Purificata, entrambe presentano 1 gradino (h 18 cm).
Per accedere all’altare è necessario superare 3 gradini consecutivi (h 18 cm).

Tempio Capitolino a Brescia

Per maggiori informazioni ed immagini si veda il seguente link.

Dove si trova

Il Tempio Capitolino di Brescia è completamente accessibile grazie ad ascensori e accorgimenti particolarmente curati, unica pecca è la presenza di ghiaia per raggiungere il teatro romano situato accanto al Tempio.

Per attivare tutti gli ascensori è necessario l’intervento degli addetti, che sono presenti presso la biglietteria ed è bene prenotare in anticipo.

Ecco una carrellata di immagini che mostrano tutti gli ausili necessari alla visita del Tempio.

Si segnala anche la presenza di servizi igienici completamente accessibili e particolarmente puliti.

Marola (RE) e l’importanza delle castagne

Per maggiori informazioni, si legga la seguente pagina.

Dove si trova

I metati che servivano all’essicazione delle castagne: uno è stato recuperato a scopo didattico ed è accessibile anche a chi ha difficoltà motorie con piccoli accorgimenti qualora ci sia fango.

Le possibilità di passeggiate sono diverse e per ogni difficoltà: da semplici anelli sulle strade asfaltate che comunque sono immerse nei boschi, a percorsi misti con brevi tratti su sentieri per entrare nel cuore dei
castagneti, a itinerari più escursionistici anche di diverse ore.

San Michele presso Sant’Ambrogio (TO)

Maggiori informazioni a questo link

Dove si trova.

La visita presenta non poche barriere architettoniche che Regione Piemonte, proprietaria del complesso, è riuscita a superare grazie ad un sistema di tre ascensori e di rampe sia esterne sia interne con pendenza lieve che permette di visitare circa metà del percorso di visita. Restano escluse l’antica scalinata monumentale, la terrazza alla fine della scalinata, la torre a nord. La terrazza verso sud si raggiunge dal piano della chiesa superando un gradino basso superabile anche senza scivolo e permette la vista di uno dei quattro lati intorno al complesso e che dal punto di vista architettonico è il più interessante.

Con mezzi pubblici, l’ultimo tratto è servito da autobus non dotato di piano ribassato per carrozzine, quindi è necessario raggiungere il monumento con servizi privati. Lontana 40 km dal centro di Torno, richiede il superamento di un dislivello di 670 metri servito da una strada collinare a precipizio sulla vallata, percorribile di giorno feriale in entrambi i sensi di marcia tranne la domenica (disponibile solo per salire). E’ una strada di montagna senza parapetti, a doppio senso di marcia e senza possibilità di fare inversione di marcia. Nel periodo invernale, verificare che non vi sia ghiaccio o neve: il colle non è elevato (980 metri slm) ma a volte il forte vento dalla val Susa crea gelate.

Per la visita a persone con disabilità importanti è consigliabile inviare una mail di preavviso oppure telefonare per assicurarsi che sia disponibile il servizio dei volontari che assiste le persone con difficoltà motorie lungo tutto il percorso. Il punto di accesso al primo dei 3 ascensori si trova in prossimità di un piccolo parcheggio privato in fondo ad un viale chiuso al pubblico; è necessario preavvisare e giunti sul posto suonare il citofono. Dal piccolo parcheggio, i volontari accompagnano agli altri 2 ascensori e assistono durante tutto il tragitto fino alla chiesa.

Terminata la visita si viene riaccompagnati fino all’uscita, al parcheggio del primo ascensore. Nel piccolo parcheggio (5-6 posti auto) possono sostare solo le auto che accompagnano il disabile purché dotate di contrassegno e l’accesso agli ascensori è riservato solo al disabile e al suo accompagnatore. Non abbiamo rilevato servizi igienici per disabili privi di barriere. Nonostante qualche difficoltà, preparando la visita si consiglia di farla per il valore storico, paesaggistico e spirituale. Richiede mezza giornata, il mattino è preferibile e arrivando su posto entro le ore 10 per evitare il traffico che inizia da fondo valle verso quell’ora.

A cura di Luca Maria De Nardo