Il Filatoio di Caraglio (CN)

CENNI STORICI

Il Filatoio di Caraglio è un esempio di archeologia industriale situato nel comune di Caraglio, in provincia di Cuneo. Questo antico stabilimento è stato costruito tra il 1676 e il 1678 su iniziativa del conte Giovanni Girolamo Galleani che, trasferitosi da Bologna nel Ducato di Savoia, volle costruire qui un importante centro per la produzione di seta pregiata, con l’obiettivo di competere con quella francese per fornire le manifatture francesi di prodotti a base di seta.

La scelta di insediare uno stabilimento produttivo sul territorio di Caraglio fu motivata da tre elementi fondamentali: la possibilità di coltivare gelsi nelle campagne circostanti, il fattore umano rappresentato da maestranze qualificate a basso costo e la presenza della vicina sorgente Cèlleri che permetteva di alimentare i mulini ad acqua interni allo stabilimento. L’acqua reflua veniva recuperata per l’irrigazione delle campagne circostanti.

A partire dall’inizio dell’Ottocento, a seguito di un’epidemia che colpì le coltivazioni di gelso e i bachi da seta di tutta Europa, l’approvvigionamento dei bozzoli venne progressivamente spostato verso l’Estremo Oriente; per il Filatoio iniziò così un lento periodo di declino. La produzione proseguì fino al 1936, anno in cui il filatoio cessò la sua secolare attività, anche a seguito della politica di autarchia economica imposta dal regime fascista che promosse la produzione di filati alternativi come la viscosa e il fustagno. Da allora il filatoio vide un declino inesorabile che culminò con la trasformazione in caserma militare durante il periodo bellico della Seconda guerra mondiale e che lo vide anche bersaglio di bombardamenti aerei che lo danneggiarono.

Grazie al sostegno economico della Regione Piemonte e di vari Istituti Bancari, il Filatoio di Caraglio è stato completamente restaurato tra il 1995 e il 2000, diventando il più antico setificio d’Europa. Recuperati i disegni delle macchine e scoperte le migliorie introdotte da Leonardo da Vinci nell’industria serica, le automazioni sono state ricostruite in legno, fedeli a quelle originali, e accompagnate da pannelli retroilluminati che spiegano l’apporto del genio toscano.

Ascensori, passarelle, ampio parcheggio e guide qualificate offrono l’accesso ai soli disabili motori, tranne il percorso dal parcheggio all’edificio, purtroppo sterrato, e i cortili in ciottoli (le corsie originali lastricate di pietre sono ahimè strette e disagevoli).

IL PERCORSO ESPOSITIVO

La visita al Filatoio è guidata e dura circa un’ora.

All’inizio del percorso un breve filmato illustra il processo produttivo con una serie di immagini d’epoca ed un plastico fornisce una visione d’insieme degli edifici che compongono il complesso.

Il plastico del filatoio

Il Plastico del Filatoio

La visita prosegue al secondo piano dove vengono spiegati tutti i passaggi della lavorazione della seta dalla trattatura (estrazione del filo dal baco da seta) agli incannatoi e binatoie, attrezzature che completavano i passaggi successivi di avvolgitura del filato su rocchetti.

Fornelletto per la trattura

Dettaglio del fornelletto per la trattura

Bozzi dei bachi da seta

Ricostruzione di binatoie

Ricostruzione di un incannatoio

Al piano inferiore, in un ambiente a doppia altezza, due torcitoi idraulici in legno sono stati completamente ricostruiti e collocati nella loro sede originale. I due macchinari, che sono perfettamente funzionati, in origine erano azionati dall’energia idraulica mentre oggi funzionano grazie all’utilizzo di energia elettrica.

Torcitoi idraulici

Negli ambienti del piano terra sono visibili le ruote idrauliche che venivano azionate dall’acqua del canale idrico collegato alla sorgente, e che fornivano la forza motrice per il funzionamento dei torcitoi soprastanti.

Accessibilità al museo

  • Il museo è accessibile a persone con disabilità motorie.
  • L’ingresso è gratuito per le persone disabili e accompagnatore.
  • Il museo è raggiungibile con mezzi pubblici: in autobus dalla stazione ferroviaria di Cuneo, con la linea 92 gestita dalla compagnia Grandabus, o la linea 78 gestita dalla compagnia Benese, fermata accessibile a circa 200 metri dal Filatoio.
  • Presenza degli stalli per il parcheggio delle persone con disabilità.
  • Museo dotato di ascensore per raggiungere il secondo piano e il piano intermedio.
  • Servizi igienici dedicati per le persone con disabilità.


DETTAGLIO DEGLI ACCESSI AL MUSEO

Ingresso di accesso alla biglietteria, al piano terra del filatoio e alla sala espositiva delle mostre temporanee

Ascensore per l’accesso al secondo piano del filatoio.

Rampa di accesso al piano intermedio per la visita ai Torcitoi idraulici

Piano di accesso per la visione dei Torcitoi idraulici in funzione.


COME ARRIVARE AL FILATOIO

Il Filatoio di Caraglio si trova in provincia di Cuneo a Caraglio in via Giacomo Matteotti 40.

Rimandiamo al sito del Museo per la modalità e gli orari di visita aggiornati.

https://www.filatoiocaraglio.it/info-visita

Reggia di Venaria Reale

Dove si trova

La reggia di Venaria Reale è una delle residenze sabaude parte del sito seriale UNESCO iscritto alla Lista del Patrimonio dell’umanità dal 1997.

1658-1699: la Residenza di piacere e caccia
A metà del XVII secolo il duca Carlo Emanuele II di Savoia e la duchessa Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours decidono di costruire un nuovo gioiello da aggiungere alla corona di residenze che circonda Torino. L’incarico di disegnare un luogo destinato al piacere e alla caccia viene assegnato all’architetto di corte Amedeo di Castellamonte. Il progetto, di grandioso impatto scenografico, comprende il palazzo, il parco, i boschi di caccia e un intero borgo. La residenza nasce insieme ai giardini all’italiana e un gioco di sculture, e poi ancora: fontane, scalinate spettacolari e terrazze su più livelli, un Parco alto al piano del palazzo e un Parco basso al piano della Peschiera. L’intera composizione è resa unica dalla linea prospettica che taglia il Borgo e continua nel cuore della Reggia lungo il canale che collega la Fontana d’Ercole al Tempio di Diana.

1699-1798: il Palazzo dei Re
A partire dal 1699 l’architetto Michelangelo Garove progetta nuovamente il complesso della Reggia per darle un carattere più grandioso, secondo le ambizioni di Vittorio Amedeo II. I Giardini vengono completamente ridisegnati alla francese, con prospettive aperte sull’infinito e un nuovo respiro, come detta il gusto della più grande corte europea, Versailles. Intanto il duca diventa re: nel 1716 affida il progetto di ampliamento a Filippo Juvarra, che con la sua Galleria Grande, la Cappella di Sant’Uberto, la Citroniera e la Scuderia, porta la Reggia tra i capolavori del barocco. Nel 1739 Carlo Emanuele III incarica Benedetto Alfieri di dare unità al complesso con un sistema di gallerie di comunicazione e ambienti di servizio, tra cui le scuderie e il maneggio coperto. La Reggia prosegue la sua vita di corte durante il regno di Vittorio Amedeo III e di Carlo Emanuele IV, fino al declino dell’Antico Regime.

1798-1999: il periodo militare e il declino
La trasformazione della Reggia in caserma comincia all’inizio dell’Ottocento dopo l’arrivo di Napoleone, la fuga e il successivo ritorno dei Re. Scompare il disegno dei Giardini, spianati in una piazza d’armi per le esercitazioni militari. Cavalli, cannoni e moschetti sostituiscono aiuole, fontane e sculture. Il complesso conosce le divise delle guerre d’Indipendenza e quelle dell’esercito italiano durante la Prima e la Seconda guerra mondiale. Tolto il presidio militare, la Reggia diventa preda dei vandali, che spogliano il palazzo di tutti i materiali riutilizzabili. Un periodo d’oblio riscattato dai generosi tentativi della comunità e della Soprintendenza dei Beni Architettonici di scongiurare l’irreparabile.

1999-2007: il cantiere di restauro
Il restauro della Reggia e dei Giardini è parte del Progetto La Venaria Reale, che include anche il recupero del Borgo Antico e del Parco della Mandria. Avviato nel 1999 dal Ministero dei Beni e le Attività Culturali e dalla Regione Piemonte, con il sostegno dell’Unione Europea e del Ministero dell’Economia e la collaborazione della Provincia di Torino, del Comune di Venaria e del Comune di Torino, il progetto riporta alla luce affreschi, decorazioni e testimonianze archeologiche attraverso metodologie di intervento all’avanguardia. È la più grande opera di conservazione di un bene culturale mai realizzata in Europa. 100.000 metri quadrati della superficie dell’intero complesso sono stati restaurati, 9.500 metri quadrati di stucchi recuperati, 1.000 di affreschi riportati alla luce. Gli ettari di Giardini già visitabili sono 50, 200.000 le nuove piantumazioni, 11 i milioni di litri d’acqua nella Peschiera, 4.500 i metri quadrati delle Scuderie Juvarriane. Viene compiuta la riqualificazione di un intero territorio alle porte di Torino.

dal 2007: la rinascita
L’inaugurazione – il 12 ottobre 2007 – restituisce al pubblico la Reggia e i suoi Giardini. L’architettura, la storia, il paesaggio, i moderni linguaggi artistici, capolavori d’arte e uno spettacolare ed evocativo allestimento sugli stili di vita del Seicento e Settecento offrono ai contemporanei lo splendore di una grande corte europea. Attraverso il percorso di visita, le mostre, gli spettacoli, i concerti, i convegni e i piaceri enogastronomici, la regalità e il piacere di vivere sono tornati di casa alla Reggia di Venaria.

Accessibilità alla Reggia di Venaria Reale

La Reggia di Venaria Reale e le zone destinate alle mostre temporanee, quali le Scuderie Juvarriane e la Sala delle Arti, sono prive di ogni barriera architettonica. La presenza di ascensori, rampe e scivoli agevola lo spostamento tra i vari corpi e i vari piani.

È consentito l’accesso in completa autonomia a persone in carrozzine e passeggini. Al punto di accoglienza sono disponibili sedie a rotelle (da verificare in loco). Potete trovare informazioni più dettagliate a questo link: https://lavenaria.it/it/visita/accessibilita/disabilita-motoria-passeggini

Ingresso principale

Rampe per la discesa al piano interrato

Pianta complessiva delle Reggia di Venaria

Immagine che contiene mappa, testo, schermata, Piano

Descrizione generata automaticamente

Pianta del piano seminterrato

Piano seminterrato

Ascensore del seminterrato per l’accesso al Piano Nobile

Ascensore al Piano Nobile

Ascensore al Piano Nobile per la salita all’ingresso
della mostra nella Sala delle Arti

Toilette al piano Sala delle Arti

Numerosi sono i bagni accessibili presenti lungo il percorso della visita

Ascensore della Sala della Arti al termine della mostra per la discesa al piano

Passaggi tra le varie sale del Piano Nobile prive di qualsiasi ostacolo

Ascensore dal Piano Nobile per la discesa alle Scuderie, al book Shop e alla Cappella Sant’Uberto

Rampe per l’ingresso nella Cappella Sant’Uberto e per l’uscita dalla Reggia

Accesso dal Book Shop alle scuderie Juvarriane

Ascensore di accesso alla Chiesa di Sant’Uberto

I giardini

Sono accessibili sia dal Piano Nobile della Reggia, dal book shop e dal cancello situato sotto l’orologio all’ingresso del complesso.

Accesso ai giardini dal Book Shop

Rampa per accedere ai Giardini dalla Balconata
del Piano Nobile

Ingresso per accedere direttamente
dalla piazza ai Giardini

Mezzi di locomozione

La presenza di ghiaietta nei vialetti dei giardini potrebbe rendere un po’ difficoltosa la movimentazione delle carrozzine, ma a disposizione del pubblico con difficoltà motorie, c’è la possibilità di utilizzare gratuitamente mezzi di locomozione elettrici sui lunghi percorsi in esterno.

Carrozzelle elettriche a disposizione dei visitatori all’ingresso sotto l’orologio

Trenino

Altra possibilità per la visita dei giardini è quella di effettuarla a bordo di un trenino  

Uscita dalla Chiesa di Sant’Uberto

Biglietteria

La biglietteria è collocata in un altro edificio, poco distante dall’ingresso della Reggia, in Via Andrea Mensa 34. Anche questi locali hanno la completa accessibilità.

Parcheggio Castellamonte in prossimità della Reggia

Ampi parcheggi sono disponibili presso la  Reggia: quello  più in prossimità  è il Parcheggio Castellamonte è disponibile a circa 200 metri dall’ingresso. Ci sono spazi riservati a disabili e un’apposita rampa di accesso per carrozzelle.

Non solo disabilità motorie

La Reggia di Venaria rende accessibile i suoi spazi non solo alle persone con disabilità motorie ma anche alle altre tipologie di disabilità: Qui di seguito le proposte di visita:  

La Reggia è raggiungibile da Torino grazie ad una linea dedicata Venaria Express, treno, mezzi pubblici e aereo.

Per indicazioni dettagliate consultare il sito https://lavenaria.it/it/visita/come-arrivare