Intervento di Lisa Noja al Consiglio della Regione Lombardia su disabilità e accessibilità

L’Associazione Nazionale Turismo Open condivide pienamente il discorso fatto dalla Consigliera Lisa Noja all’approvazione della legge di Bilancio della Regione Lombardia.

Di particolare interesse mi sembra il discorso dell’accessibilità ai luoghi pubblici e privati, non solo come strumento di integrazione sociale, ma anche come risorsa economica. Il valore aggiunto dell’accessibilità oltre a quello dell’integrazione è quello del rafforzamento dell’economia locale.

Il video dell’intervento si trova a questo link.

Antonio Capoduro
Pres. ANTO

Nuovo Partner

Con grande onore e senso di responsabilità storica comunico che la Associazione Nazionale Turismo Open ha un nuovo Partner: la Fondazione Fossoli.

Ringrazio il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Fossoli che ha approvato la mia richiesta di diventare Partner di ANTO. Un sentito ringraziamento alla D.ssa Manuela Ghizzoni, presidentessa della Fondazione, per averci concesso la bella intervista che potete trovare al link sottostante e per aver portato in CdA la mia richiesta.

Questo è i link all’intervista.

Antonio Capoduro
Presidente Associazione Nazionale Turismo Open

Reggia di Venaria Reale

Dove si trova

La reggia di Venaria Reale è una delle residenze sabaude parte del sito seriale UNESCO iscritto alla Lista del Patrimonio dell’umanità dal 1997.

1658-1699: la Residenza di piacere e caccia
A metà del XVII secolo il duca Carlo Emanuele II di Savoia e la duchessa Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours decidono di costruire un nuovo gioiello da aggiungere alla corona di residenze che circonda Torino. L’incarico di disegnare un luogo destinato al piacere e alla caccia viene assegnato all’architetto di corte Amedeo di Castellamonte. Il progetto, di grandioso impatto scenografico, comprende il palazzo, il parco, i boschi di caccia e un intero borgo. La residenza nasce insieme ai giardini all’italiana e un gioco di sculture, e poi ancora: fontane, scalinate spettacolari e terrazze su più livelli, un Parco alto al piano del palazzo e un Parco basso al piano della Peschiera. L’intera composizione è resa unica dalla linea prospettica che taglia il Borgo e continua nel cuore della Reggia lungo il canale che collega la Fontana d’Ercole al Tempio di Diana.

1699-1798: il Palazzo dei Re
A partire dal 1699 l’architetto Michelangelo Garove progetta nuovamente il complesso della Reggia per darle un carattere più grandioso, secondo le ambizioni di Vittorio Amedeo II. I Giardini vengono completamente ridisegnati alla francese, con prospettive aperte sull’infinito e un nuovo respiro, come detta il gusto della più grande corte europea, Versailles. Intanto il duca diventa re: nel 1716 affida il progetto di ampliamento a Filippo Juvarra, che con la sua Galleria Grande, la Cappella di Sant’Uberto, la Citroniera e la Scuderia, porta la Reggia tra i capolavori del barocco. Nel 1739 Carlo Emanuele III incarica Benedetto Alfieri di dare unità al complesso con un sistema di gallerie di comunicazione e ambienti di servizio, tra cui le scuderie e il maneggio coperto. La Reggia prosegue la sua vita di corte durante il regno di Vittorio Amedeo III e di Carlo Emanuele IV, fino al declino dell’Antico Regime.

1798-1999: il periodo militare e il declino
La trasformazione della Reggia in caserma comincia all’inizio dell’Ottocento dopo l’arrivo di Napoleone, la fuga e il successivo ritorno dei Re. Scompare il disegno dei Giardini, spianati in una piazza d’armi per le esercitazioni militari. Cavalli, cannoni e moschetti sostituiscono aiuole, fontane e sculture. Il complesso conosce le divise delle guerre d’Indipendenza e quelle dell’esercito italiano durante la Prima e la Seconda guerra mondiale. Tolto il presidio militare, la Reggia diventa preda dei vandali, che spogliano il palazzo di tutti i materiali riutilizzabili. Un periodo d’oblio riscattato dai generosi tentativi della comunità e della Soprintendenza dei Beni Architettonici di scongiurare l’irreparabile.

1999-2007: il cantiere di restauro
Il restauro della Reggia e dei Giardini è parte del Progetto La Venaria Reale, che include anche il recupero del Borgo Antico e del Parco della Mandria. Avviato nel 1999 dal Ministero dei Beni e le Attività Culturali e dalla Regione Piemonte, con il sostegno dell’Unione Europea e del Ministero dell’Economia e la collaborazione della Provincia di Torino, del Comune di Venaria e del Comune di Torino, il progetto riporta alla luce affreschi, decorazioni e testimonianze archeologiche attraverso metodologie di intervento all’avanguardia. È la più grande opera di conservazione di un bene culturale mai realizzata in Europa. 100.000 metri quadrati della superficie dell’intero complesso sono stati restaurati, 9.500 metri quadrati di stucchi recuperati, 1.000 di affreschi riportati alla luce. Gli ettari di Giardini già visitabili sono 50, 200.000 le nuove piantumazioni, 11 i milioni di litri d’acqua nella Peschiera, 4.500 i metri quadrati delle Scuderie Juvarriane. Viene compiuta la riqualificazione di un intero territorio alle porte di Torino.

dal 2007: la rinascita
L’inaugurazione – il 12 ottobre 2007 – restituisce al pubblico la Reggia e i suoi Giardini. L’architettura, la storia, il paesaggio, i moderni linguaggi artistici, capolavori d’arte e uno spettacolare ed evocativo allestimento sugli stili di vita del Seicento e Settecento offrono ai contemporanei lo splendore di una grande corte europea. Attraverso il percorso di visita, le mostre, gli spettacoli, i concerti, i convegni e i piaceri enogastronomici, la regalità e il piacere di vivere sono tornati di casa alla Reggia di Venaria.

Accessibilità alla Reggia di Venaria Reale

La Reggia di Venaria Reale e le zone destinate alle mostre temporanee, quali le Scuderie Juvarriane e la Sala delle Arti, sono prive di ogni barriera architettonica. La presenza di ascensori, rampe e scivoli agevola lo spostamento tra i vari corpi e i vari piani.

È consentito l’accesso in completa autonomia a persone in carrozzine e passeggini. Al punto di accoglienza sono disponibili sedie a rotelle (da verificare in loco). Potete trovare informazioni più dettagliate a questo link: https://lavenaria.it/it/visita/accessibilita/disabilita-motoria-passeggini

Ingresso principale

Rampe per la discesa al piano interrato

Pianta complessiva delle Reggia di Venaria

Immagine che contiene mappa, testo, schermata, Piano

Descrizione generata automaticamente

Pianta del piano seminterrato

Piano seminterrato

Ascensore del seminterrato per l’accesso al Piano Nobile

Ascensore al Piano Nobile

Ascensore al Piano Nobile per la salita all’ingresso
della mostra nella Sala delle Arti

Toilette al piano Sala delle Arti

Numerosi sono i bagni accessibili presenti lungo il percorso della visita

Ascensore della Sala della Arti al termine della mostra per la discesa al piano

Passaggi tra le varie sale del Piano Nobile prive di qualsiasi ostacolo

Ascensore dal Piano Nobile per la discesa alle Scuderie, al book Shop e alla Cappella Sant’Uberto

Rampe per l’ingresso nella Cappella Sant’Uberto e per l’uscita dalla Reggia

Accesso dal Book Shop alle scuderie Juvarriane

Ascensore di accesso alla Chiesa di Sant’Uberto

I giardini

Sono accessibili sia dal Piano Nobile della Reggia, dal book shop e dal cancello situato sotto l’orologio all’ingresso del complesso.

Accesso ai giardini dal Book Shop

Rampa per accedere ai Giardini dalla Balconata
del Piano Nobile

Ingresso per accedere direttamente
dalla piazza ai Giardini

Mezzi di locomozione

La presenza di ghiaietta nei vialetti dei giardini potrebbe rendere un po’ difficoltosa la movimentazione delle carrozzine, ma a disposizione del pubblico con difficoltà motorie, c’è la possibilità di utilizzare gratuitamente mezzi di locomozione elettrici sui lunghi percorsi in esterno.

Carrozzelle elettriche a disposizione dei visitatori all’ingresso sotto l’orologio

Trenino

Altra possibilità per la visita dei giardini è quella di effettuarla a bordo di un trenino  

Uscita dalla Chiesa di Sant’Uberto

Biglietteria

La biglietteria è collocata in un altro edificio, poco distante dall’ingresso della Reggia, in Via Andrea Mensa 34. Anche questi locali hanno la completa accessibilità.

Parcheggio Castellamonte in prossimità della Reggia

Ampi parcheggi sono disponibili presso la  Reggia: quello  più in prossimità  è il Parcheggio Castellamonte è disponibile a circa 200 metri dall’ingresso. Ci sono spazi riservati a disabili e un’apposita rampa di accesso per carrozzelle.

Non solo disabilità motorie

La Reggia di Venaria rende accessibile i suoi spazi non solo alle persone con disabilità motorie ma anche alle altre tipologie di disabilità: Qui di seguito le proposte di visita:  

La Reggia è raggiungibile da Torino grazie ad una linea dedicata Venaria Express, treno, mezzi pubblici e aereo.

Per indicazioni dettagliate consultare il sito https://lavenaria.it/it/visita/come-arrivare

Novità in occasione della Giornata Mondiale delle persone con disabilità sul nostro sito!

La giornata mondiale delle persone con disabilità viene celebrata dalla Associazione Nazionale turismo Open con una iniziativa che interessa tutti. L’introduzione di due nuove rubriche: la prima è un elenco di eventi culturali, musicali, artistici e ludici accessibili a tutti. La seconda rubrica si chiama: La parola ai sindaci. Ovvero come viene visto il problema della disabilità e dell’accessibilità dai primi cittadini di paesi e città. Questo è per dare spazio alle istituzioni di spiegarci cosa si sta facendo a livello locale su questi temi.

Sperando di fare cosa gradita ricordo a tutti che ANTO sta lavorando tutti i giorni a questi temi e ricorda che non basta la giornata mondiale della disabilità per ricordare a tutti dei problemi che tutte le persone con disabilità affrontano nella quotidianità. Bisogna parlarne sempre, tutti i giorni con la massima disinvoltura possibile. Solo in questo modo è possibile creare una reale integrazione.

Seguiteci sempre più numerosi!

Antonio Capoduro

Il museo del trenino a Firenze

Firenze è una delle maggiori città d’arte del mondo, ma Firenze non finisce mai di stupire, Firenze è bella di giorno come di notte; Giotto, Brunelleschi, Michelangelo, Botticelli ecc. hanno regalato a questa città un potere magico di incantare i visitatori di tutto il mondo di riempirsi gli occhi di bellezza.

Dove si trova

Ma Firenze non è solo arte, da pochi anni è anche sede del più grande plastico ferroviario d’Europa, con i suoi 280mq, laddove c’era un vecchio cinema fallito da anni, ora ha trovato questo capolavoro ferromodellistico interamente in scala H0, ovvero 1:87.

Da Piazza Santa Maria Novella per raggiungere il lato sinistro del Lungo Arno, a metà strada, esattamente in Piazza degli Ottaviani 28 si trova il museo del trenino.

L’emozione di trovarsi di fronte a un vero capolavoro di amore verso il trenino, l’emozione di rimanere incantati di fronte a scene di vita quotidiana in scala, c’è anche la scena di un crimine perché al curatore del plastico piacevano i gialli. L’emozione di trovarsi dettagli tanto precisi e curati esprimono tutta la maestria artigianale e la passione per i treni.

Il percorso di visita inizia con l’esplorazione del plastico ferroviario, protagonista di una coreografia poetica di luci, suoni e proiezioni ideate con cura dallo studio milanese Karmachina, in collaborazione con il curatore Alberto Salvadori, per accentuarne la resa scenica.

L’atmosfera all’interno del plastico percorre tutte le fasi del giorno e della notte accompagnate da un sottofondo musicale jazzistico della tromba di Miles Davis restituisce al visitatore una esperienza unica tutta da ammirare, oltre 70 treni che vanno, vengono si fermano alle stazioni, ai semafori tutti guidati da una cabina di controllo reale e fedele all’originale, vedere le gallerie elicoidali per fare salite incredibili in poco spazio, ponti, fiumi, automobili, persone.

Insomma il Museo del Trenino a Firenze è un motivo in più per visitare Firenze, pur con tutta l’arte e la storia presente nella città; anche il plastico ferroviario è un’arte. Quindi una meta fiorentina assolutamente da non perdere che è pensata con attenzione al coinvolgimento di ogni membro della famiglia che trasforma il visitatore in uno spettatore privilegiato di un mondo affascinante che si evolve nel tempo.

Il museo è interamente accessibile a persone con disabilità. Per accedere al museo è presente una pedana che permette di superare tre gradini all’ingresso. Essendo un ex cinema, per salire al piano superiore è presente un ascensore e un montascale dove è possibile visionare un documentario su come è nato il plastico e sul lavoro ingegneristico per il trasporto da Scandicci all’attuale localizzazione.

ANTO ha intervistato Manuela Ghizzoni, Presidente della Fondazione Fossoli

Cortese Presidente Capoduro

Ecco le risposte alle sue domande.

Grata per l’opportunità, Le porgo i migliori saluti,

Manuela Ghizzoni

1° Le chiedo di tracciare le tappe che hanno spinto il fascismo ad individuare la località di Fossoli in provincia di Modena a creare un centro di prigionia militare e successivamente per gli ebrei? Perché proprio Fossoli?

Il Campo di Fossoli è stato inizialmente Campo per Prigionieri di Guerra e, successivamente, luogo di Concentramento per ebrei e prigionieri politici. Il sito fu scelto per ragioni logistiche: collocato al centro della Pianura Padana, era facilmente raggiungibile da tutta Italia e collegato al Brennero e all’Europa del Nord attraverso la linea ferroviaria Carpi-Verona-Brennero.

2° A Fossoli le condizioni di vita delle persone incarcerate, prima come militari poi come ebrei, poteva essere paragonato ad un campo di sterminio nazista oppure era leggermente meno pesante?

La condizione degli internati a Fossoli era migliore rispetto a quella dei campi di sterminio nazisti, nel senso che alcuni si trovavano a vivere la prigionia insieme ai familiari, contando quindi su un conforto reciproco; chi ne aveva la possibilità economica, poteva acquistare cibo allo spaccio; all’interno dello stesso settore di Campo, poi, gli internati potevano circolare abbastanza liberamente. Ma fortissimo era lo stato di angoscia – che traspare fortissimo nelle testimonianze scritte pervenute – per il futuro assolutamente incerto e, per chi era stato internato da solo, pesava la lontananza dalla famiglia e dagli affetti. Queste condizioni di vita in apparenza sopportabili rispondevano al progetto di non esasperare i prigionieri, comunque destinati alla deportazione verso i campi in Germania e Polonia.

 3° Nei Campi di Fossoli sono morte persone? Quante e per lo più chi erano?

A Fossoli hanno avuto luogo esecuzioni sommarie, come l’uccisione del prigioniero ebreo Pacifico Di Castro il 1° maggio 1944 e l’esecuzione di Leopoldo Gasparotto, uno dei capi della Resistenza lombarda, il 22 giugno 1944. Dal Campo, poi, furono prelevati 67 internati e assassinati nel poco distante poligono di tiro di Cibeno, il 12 luglio 1944: una strage efferata, che colpì selettivamente resistenti politici e militari, antifascisti di diverso orientamento (cattolici, azionisti, comunisti, monarchici e repubblicani).

4° Gli abitanti di Fossoli erano a conoscenza di questo campo e delle conseguenze che avrebbe comportato l’internamento in questo luogo?

Gli abitanti di Fossoli e di Carpi sapevano dell’esistenza del Campo: restano molteplici testimonianze sia scritte sia orali di abitanti delle zone limitrofe, alcuni impegnati anche a rifornire di viveri il Campo stesso. Riguardo alle conseguenze dell’internamento, considerata la segretezza dell’esistenza dei campi di sterminio, forse in pochi immaginavano il destino dei prigionieri. Loro stessi pensavano a un futuro in un campo di lavoro in Germania, ma il nome e la funzione di Auschwitz o Buchenwald erano sconosciuti.

5° Oggi, Fossoli è solo un luogo di ricordo oppure è anche un luogo di partecipazione attiva per convincere e attirare le persone educandole alla sensibilizzazione a un messaggio di tolleranza e pace?

Il Campo Fossoli, attraverso le attività della Fondazione, non è solo un luogo di ricordo, ma un luogo di partecipazione attiva dei cittadini e degli studenti attraverso una ricca proposta culturale: visite guidate ai luoghi della memoria (il Campo di Fossoli, il Museo al Deportato e la Sinagoga); progetti didattici specificatamente realizzati per le scuole; attività di ricerca e di divulgazione nelle più varie forme (convegni, seminari, letture pubbliche, spettacoli). Tutto ampiamente documentato sul sito internet ufficiale della Fondazione.

6° Essendo il Presidente di una Associazione che si occupa di barriere architettoniche le chiedo: il campo di Fossoli è accessibile a persone con disabilità fisica e sensoriale?

Il Campo di Fossoli è accessibile a persone con disabilità fisiche e attraverso l’app dedicata è possibile ascoltare informazioni sul Campo stesso. Anche il Museo-Monumento al Deportato di Carpi è accessibile alle persone con disabilità fisica e sensoriale. La Fondazione Fossoli si impegna ad incrementare sempre più l’accessibilità dei propri siti, anche attraverso formazioni specifiche rivolte agli operatori che erogano le visite guidate.

7° Esistono testimonianze lasciateci dai sopravvissuti da Fossoli? Alla visita del Binario 21 di Miano c’è una testimonianza tremenda che racconta come il viaggio da Fossoli a un’altra destinazione ignota venisse vista come una liberazione e come una speranza verso una condizione di vita migliore. Che libri consiglia di leggere su Fossoli? Esistono film e documentari su Fossoli?

Esistono numerose testimonianze scritte del passaggio a Fossoli di sopravvissuti ai campi nazisti tra cui quella di Primo Levi che cita il Campo nelle prime pagine di “Se questo è un uomo”, quelle rese da Nedo Fiano, Gilberto Salmoni, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enea Fergnani, Luciana Nissim e molti altri. Esistono anche testimonianze rese attraverso il medium audiovisivo, come ad esempio il documentario realizzato dalla Fondazione Fossoli “Crocevia Fossoli”.

8° Sono passato spesso da Fossoli in estate con l’intento di visitare il campo, ma era sempre chiuso e un cartello invitava che il Campo di Fossoli riapriva in ottobre. Era una questione di organizzazione di personale oppure esiste un motivo fisico?

Ci dispiace per il disagio. La chiusura estiva del Campo di Fossoli va metà luglio alla metà di settembre, con la riapertura in occasione del FestivalFilosofia; in questo periodo, le condizioni ambientali sono particolarmente sfavorevoli alla visita e ai volontari che collaborano con la Fondazione per la custodia e l’apertura della baracca ricostruita. Nei periodi di chiusura è comunque sempre possibile prenotare una visita guidata. Il calendario delle aperture e delle chiusure, oltre ad essere affisso sul luogo, è visibile sul sito internet fondazionefossoli.org e riportato dalla voce registrata della segreteria durante i periodi di chiusura estiva dell’ufficio. Auspichiamo in futuro di ampliare le possibilità di visita per il pubblico anche nel periodo estivo.

9° Come Fondazione Fossoli avete attività didattiche con scuole oltre che organizzare convegni? Organizzate anche viaggi da Fossoli a Milano, Mauthausen, Auschwitz?

Come anticipato, le attività didattiche sono numerose e diversificate, come documentato sul sito internet. La Fondazione Fossoli, nell’ambito della sua iniziativa “Storia in viaggio” ha negli anni organizzato diverse attività didattiche rivolte a studenti verso Auschwitz, Mauthausen e altri luoghi di memoria in Italia e all’estero.

10° Che significato ha per lei essere Presidente della Fondazione Fossoli?

Essere presidente della Fondazione significa sentire il peso di una grande responsabilità, che deriva dal gravoso impegno che ricade sul CdA e sullo staff della Fondazione Fossoli: generare opportunità di conoscenza, capacità critica e coscienza civile a partire dalle drammatiche vicende storiche e dalle memorie, individuali e collettive, stratificate nella vita del Campo, affinché il passato resti tale e non possa ripresentarsi.

11° Come viene finanziata la gestione dei campi di Fossoli, ci sono problemi con la politica?

Fin dalla sua costituzione (1996), la Fondazione Fossoli riceve un finanziamento dal Comune di Carpi per la gestione dei luoghi di memoria (il Campo Fossoli, il Museo-Monumento al Deportato, il complesso delle Sinagoghe); nel tempo si sono aggiunti i finanziamenti, su progetto, della Fondazione Cassa di Carpi e, da ultimo (2018) il finanziamento del Ministero dei Beni culturali (i nostri bilanci sono pubblici sul sito internet).

PS: Manuela Ghizzoni ci informa che stanno lavorando anche sull’accessibilità del sito Internet della fondazione per renderlo fruibile anche ai non vedenti.

Ricordo che il sito della Fondazione Fossoli è: https://www.fondazionefossoli.org/

Ringrazio la Prof.ssa Ghizzoni per averci concesso questa intervista.

Antonio Capoduro

Museo Nazionale del Bargello a Firenze

Per maggiori informazioni storiche sul Museo Nazionale del Bargello di Firenze si può fare riferimento all’intervista fatta alla direttrice del Museo rilasciata ad Incuriosire.it nel 2022 a questo link.

Dove si trova

Note sull’accessibilità

L’interno del museo è perfettamente accessibile, c’è anche un ascensore per salire al piano superiore; molto difficoltoso è l’ingresso a causa dei tornelli un po’ stretti e soprattutto il marciapiede troppo disconnesso e un piccolo gradino presente sul portone d’ingresso al museo.

Memoriale della Shoah a Milano

Per informazioni sul Memoriale della Shoah si veda il seguente link a cura di Incuriosire.it

Dove si trova

Informazioni da YesMilano Accessibile

Come arrivare coi mezzi pubblici
Metropolitane M2 e M3 (fermata Centrale) bus 90, 91, 92.
Per informazioni sull’accessibilità dei mezzi pubblici ATM:
http://www.atm.it/it/ViaggiaConNoi/Disabili/Pagine/atmperidisabili.aspx

Dove parcheggiare
E’ possibile parcheggiare sulle strisce blu lungo la via. Sono presenti due posti auto riservati ai titolari di pass disabili: uno situato a circa 50 m su via Ferrante Aporti, l’altro in via Soperga.
Per informazioni sulla viabilità e la sosta a Milano:
https://www.comune.milano.it/aree-tematiche/mobilita/servizi-per-le-disabilita

Informazioni per i visitatori
Visite guidate prenotabili all’indirizzo: prenotazioni@memorialeshoah.it
Per le scolaresche visite su prenotazione all’indirizzo: didattica@memorialeshoah.it
A disposizione dei visitatori è presente una carrozzina manuale
E’ disponibile un’ audioguida semplificata del Memoriale della Shoah di Milano, scaricabile attraverso un’app gratuita multilingue.

Ingresso
L’ingresso principale presenta porta scorrevole automatica di 185 cm.
Superato l’ingresso una rampa inclinata (pendenza 6,5%, corrimano su entrambi i lati) conduce al piano rialzato.

Accoglienza
Al piano rialzato si trovano:

  • il punto di accoglienza e informazioni
  • il guardaroba
  • uno spazio dedicato alle mostre temporanee.

Ascensore
Un ascensore collega l’area dedicata agli allestimenti permanenti del Memoriale al piano -1 e ha le seguenti caratteristiche:

  • larghezza porta 93 cm, interno cabina 152 x 151cm
  • pulsantiera in Braille e a rilievo h massima 95 cm
  • segnale acustico e visivo arrivo al piano.

Percorso Espositivo
Il Memoriale della Shoah (Binario 21) si trova nell’area della Stazione Centrale situata al di sotto dei binari ferroviari, area in origine adibita a carico e scarico dei vagoni postali. Vi si accede direttamente da via Ferrante Aporti. Tra il 1943 e il1945 fu luogo dove centinaia di deportati, furono caricati sui convogli diretti ai campi di concentramento.
Il percorso espositivo permanente inizia con la Sala delle Testimonianze: sei spazi dove vengono proiettate le testimonianze dei sopravvissuti alla deportazione; ogni sala è dotata di una breve rampa inclinata in metallo (pendenza 3%, larghezza 92 cm, corrimano a sinistra), all’interno della sala si trovano 15 sedute  (h 44 cm), e uno spazio riservato alle persone in carrozzina.
Sul muro sono posizionati pannelli dove si raccontano i fatti legati a questo luogo e le storie dei protagonisti.
Un dislivello (pendenza 2%) permette di raggiungere lo spazio che ospita il “Binario della Destinazione Ignota”, dove si trovano quattro vagoni originali che è possibile attraversare tramite brevi rampe poste ai lati (lunghezza 103 cm – pendenza 7%). Attraversati i vagoni, o percorsa una passerella in alluminio, si accede alla seconda banchina dove una ventina di targhe riportano le date e le destinazioni dei convogli. Lungo tutta la parete della banchina è posizionato il Muro Dei Nomi, dove si leggono i 774 nomi (per i primi 2 treni) di coloro che furono deportati dalla Stazione Centrale di Milano verso i campi di sterminio. Questa parte del percorso termina con il “Luogo di Riflessione”, uno spazio a forma troncoconica raggiungibile percorrendo una rampa elicoidale (sedute h 43 cm).
Al piano -1 raggiungibile tramite una scala elicoidale (27 gradini) o con l’ascensore si trova l’Auditorium, spazio dedicato a convegni e dibattiti.
Al piano inferiore il progetto prevede la creazione della Sala dei Memoriali, archivio della biblioteca soprastante (struttura a tre piani in acciaio e vetro) anch’essa in fase di realizzazione così come il bookshop che troverà spazio al piano rialzato.

Servizi igienici
I servizi igienici attrezzati sono collocati al piano -1 e al piano rialzato.
Il servizio igienico attrezzato situato al piano -1  ha le seguenti caratteristiche:

  • porta scorrevole larghezza 96 cm
  • antibagno con a battente di larghezza 90 cm e lavabo sospeso (spazio frontale 210 cm)
  • locale wc con porta a battente di larghezza 93 cm
  • lavabo sospeso (spazio frontale 90 cm) wc sospeso (h 50 cm, spazio frontale 70 cm, spazio laterale destro 24 cm, laterale sinistro 60 cm; maniglioni orizzontali su entrambi i lati e maniglione verticale sul lato destro).

I due servizi igienici attrezzati situati al piano rialzato, hanno le seguenti caratteristiche:

  • antibagno con porta a battente di larghezza 90 cm e lavabo sospeso (spazio frontale 210 cm)
  • bagno con porta a battente di larghezza 89 cm
  • lavabo sospeso (spazio frontale 127 cm) wc sospeso (h 50 cm, spazio frontale 137 cm, spazio laterale destro 90 cm, laterale sinistro 23 cm; maniglione orizzontale sul lato destro).
Milano città europea?

Caro Sig. Sindaco,

                                  scrivo questa lettera aperta in qualità di Presidente dell’Associazione Nazionale Turismo Open, associazione che si occupa di mappare e raccontare il patrimonio storico, culturale, artistico e paesaggistico del nostro meraviglio paese dal punto di vista dell’accessibilità, un’incredibile risorsa evidentemente poco valorizzata da poter essere visitata da tutte le persone, anche e soprattutto da chi, come me, è costretto a muoversi in carrozzina.

Essendo Presidente di una associazione che si occupa di barriere architettoniche, cerco di vedere e valutare soluzioni che trovano in altre città, italiane ed estere. Lo scorso anno sono andato a Parigi, e quest’anno sono andato a Madrid. Quando sono tornato a Milano, mi sono chiesto: ma possibile tanta differenza tra grandi città del mondo d europee e Milano? Milano è una città europea? La risposta la può trovare all’aeroporto JFK di New York e quello di Madrid; arrivato a NY mi sono trovato un corridoio lungo, in giallo con la scritta Benvenuto a New York tradotta in tutte le lingue del mondo e una carrellata di fotografie meravigliose di New York e dell’America; a Madrid in tutte le lingue d’Europa, a Milano Malpensa invece mi sono trovato in un corridoio lungo con la scritta Uscita ed Exit. E qui mi sono sentito a disagio. Nessuna appartenenza, nessun messaggio di benvenuto, neanche l’orgoglio patriottico tanto caro di questi tempi.

Il messaggio è forte: Milano è una città europea? La risposta è no. E non solo perché non c’è scritto da nessuna parte all’uscita dall’aeroporto; ma anche per la pulizia, la scarsa attenzione nella cura dei marciapiedi, per la mancanza di accessibilità agli edifici commerciali, ai trasporti pubblici, i troppi cantieri aperti rendono difficilissima la viabilità, strade fatiscenti, buche ovunque, pavé mal posizionato, binari del tram sollevati rispetto al passaggio pedonale, parcheggi selvaggi, mancanza di panchine per riposare le gambe, inadeguato numero di servizi igienici pubblici, materiale tramviario degli anni 30, realizzazione degli scivoli da marciapiedi poco curati e l’elenco potrebbe andare avanti.

Milano città europea? No, a Milano manca completamente la civiltà europea: le faccio un esempio? Una carrozzina che deve salire su un autobus, deve scomodare l’autista che deve scendere, alzare la pedana, chiedere permesso a tutti, sistema completamente antigienico, chiedere la fermata in cui scendere e a destinazione scendere e compiere in maniera inversa le operazioni. A Parigi, ma anche in Veneto tutto questo viene risolto attraverso un meccanismo idraulico incluso nel mezzo, il bus si abbassa e si estrae la pedana. Quando il passeggero con disabilità è salito, si chiude la pedana, l’autobus si alza e riprende la corsa. Quando si arriva a destinazione si preme il pulsante di avviso, e l’autista avvia la procedura senza dover uscire dal posto di guida.

Milano città europea? No. Sono nato a Milano, amo questa città, so che non è una città di passeggio, ma è una città di commercio e servizi. Costruendo passaggi pedonali si denaturalizza lo spirito con cui era stata concepita Mediolanum, una città di collegamento tra nord Europa e il sud. Leonardo stesso aveva capito che con la costruzione di canali si poteva sviluppare il commercio e i servizi, oltre che favorire la fabbrica del Duomo i cui materiali venivano presi dai monti comaschi.

E’ raro che smarrisca il senso dell’orientamento ovunque mi trovi, l’unico posto in cui mi perdo sa dove è? L’uscita della metropolitana gialla in Piazza Duomo con gli ascensori Possibile?. Il culmine che mi ha spinto a scrivere questa lettera è stata l’amara notizia dell’interruzione di tutti i servizi di ascensori per andare in piazza del Duomo con la metropolitana fino al 31/12/2024. Sa cosa significa questo? Impedire a persone in difficoltà o con semplici passeggini a fare shopping durante il periodo natalizio, a vedere le belle mostre di Palazzo Reale e via dicendo. Milano è una città europea? No! Devo continuare?

Antonio Capoduro

Museo Poldi-Pezzoli di Milano

Per informazioni storiche ed artistiche si veda questo link a cura di Incuriosire.it

Dove si trova

Note sull’accessibilità

C’è molto da fare. Nonostante la oresenza di un piccolo ascensore, ci sarebbe da migliorare la qualità dell’illuminazione delle opere esposte. La altezza da terra non è adeguata a chi è in carrozzina ed anche le note informative sull’opera sono situate a una carrozzina e sempre male illuminate.

Ingresso
Un ampio portone conduce al cortile interno, dopo circa 30 metri si raggiunge l’ingresso del museo.
Una rampa inclinata (lunghezza 200 cm, pendenza 5%) e una porta di vetro a due battenti (larghezza 100 cm ciascuno) conducono all’interno del museo.

Accoglienza
Nell’atrio si trovano:

  • la biglietteria (bancone h 110 cm)
  • il bookshop (bancone h 110 cm).

Operatori museali offrono informazioni e accoglienza.

Ascensore
L’ascensore, situato alla sinistra del portone d’ingresso, collega il piano terra al primo piano e ha le seguenti caratteristiche:

  • larghezza porta 75 cm, spazio interno cabina 97×97 cm
  • pulsantiera interna in Braille e a rilievo (h 100 cm)
  • segnale acustico di arrivo al piano
  • campanello di emergenza (h 128 cm).

Percorso espositivo

La casa museo Poldi Pezzoli ha sede nel palazzo del nobile Gian Giacomo Poldi Pezzoli, collezionista milanese dell’Ottocento.
Il percorso espositivo si sviluppa su due piani collegati da uno splendido scalone (40 gradini con corrimano a sinistra e tappeto nella parte centrale). Si può raggiungere il primo piano con l’ascensore (per l’utilizzo è necessario rivolgersi al personale del museo).
A piano terra si trovano 5 sale espositive: Sala delle Armi, Sala dei Tessuti, Salone dell’Affresco, Sala dei Pizzi e la Biblioteca.
Si accede alla Sala delle Armi tramite una porta automatica (larghezza 165 cm), nella sala, che espone armi e armature poste ad altezze differenti, è presente una panca (h seduta 49 cm).
Nella Sala dei Pizzi sono esposti tessuti, pizzi e ricami lombardi e fiamminghi, in cassettiere scorrevoli ad altezza massima di 90 cm.
Al primo piano si trovano 19 sale espositive. Uscendo dall’ascensore è necessario superare una porta (larghezza 81 cm) che viene aperta dall’interno dal personale del museo. Si accede alle sale tramite una rampa inclinata (lunghezza 100 cm, pendenza 11%).
Tutte le sale espositive presentano varchi superiori a 80 cm di larghezza e alcune dispongono di sedute. Per accedere alla Sala Visconti Venosta e alla Sala dei Ghislandi bisogna superare un varco (larghezza 87 cm) e 2 gradini consecutivi (h 15 cm).
Alcune sale del primo piano vengono utilizzare per mostre temporanee, eventi e convegni.
Nella Sala degli Orologi è presente una postazione multimediale (h da terra 100 cm) che mostra gli orologi in movimento e consente di ascoltarne i suoni.

Segnaletica di orientamento
Segnaletica interna direzionale con scritte leggibili dalle persone ipovedenti (superiori a 7 cm) e con contrasto di colore rispetto allo sfondo.