5 febbraio: Presentazione Museo della scherma

Antonio Capoduro e Giovanni Lodetti invitano la S.V. presso la “Sala A” della sede Lombarda del CONI in via Piranesi 46 Milano il giorno 5 febbraio 2025 alle ore 17.45 per la presentazione del “Museo della Scherma M° Marcello Lodetti”.

Con 50 medaglie d’oro (l’ultima a Parigi nel 2024) e un totale di 135 nella storia delle Olimpiadi, l’Italia è la nazione al mondo con più titoli nella scherma, con vittorie a maggioranza femminile. Un omaggio a questa eccellenza poco riconosciuta è il nuovo Museo della Scherma M° Marcello Lodetti, struttura virtuale e multimediale, che sarà presto disponibile grazie a 9 patrocini di enti nazionali e all’ideazione e sviluppo di ANTO, Associazione Nazionale Turismo Open, il cui fondatore e presidente è Antonio Capoduro, ex schermidore in carrozzina della Sala di Scherma del Maestro Marcello Lodetti.

“Abbiamo il fior fiore del medagliere olimpico, manca però uno strumento per raccontare a bambini, studenti, genitori e sportivi il valore di queste tre discipline: fioretto, spada e sciabola. Io, affetto da disabilità motoria importante, l’ho scelta nella mia vita per i benefici fisico, psicologico ed etico. Ecco, volevo che anche gli altri sapessero che cos’è la scherma con uno spazio virtuale e interattivo.”

Nella struttura digitale e multimediale accessibile, il nuovo Museo della scherma M° Marcello Lodetti avrà sì l’esposizione di reperti, ma anche simulazioni e situazioni virtuali per trasmettere l’essenza del praticare questo sport.

“In primo luogo, il museo si impegna a esplorare il passato della scherma ­– racconta il presidente di ANTO ­– Narreremo la sua evoluzione attraverso i secoli e metteremo in evidenza il ruolo storico della scherma come strumento di difesa, duello e competizione. Con l’aiuto di reperti archeologici, manoscritti antichi e simulazioni virtuali, i visitatori saranno trasportati indietro nel tempo per comprendere l’importanza e l’impatto della scherma.”

Da sport d’élite a pratica popolare a livello globale, la scherma troverà nel nuovo Museo testimonianze di atleti di spicco, analisi dei moderni metodi di allenamento e proiezioni delle competizioni internazionali. Il valore storico del museo sarà gestito dal professor Sergio Giuntini, Presidente della Società Italiana Storici dello Sport, mentre la sezione scientifica sarà curata dal maestro Giovanni Lodetti, figlio di Marcello Lodetti e ricercatore nel campo della scherma.

CHI È ANTONIO CAPODURO

Laureato in Scienze dell’Informazione all’Università degli Studi di Milano, spastico dalla nascita, vive e lavora a Milano presso il Dipartimento di Informatica; ha sempre operato per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità, partendo dall’accessibilità informatica, al mondo dello sport e attualmente al settore turistico. Collaboratore scientifico di AIPPS cui Presidente è Giovanni Lodetti, con cui ha condiviso molti lavori, ha preso parte a numerosi convegni e sviluppato insieme a partner europei la “Carta etica dello sport” nell’ambito di un Progetto Europeo; è fondatore e presidente di ANTO-Associazione Nazionale Turismo Open.

COS’È ANTO E PERCHÈ UN MUSEO DELLO SPORT

E’ un Ente del Terzo Settore; come Organizzazione di Volontariato (disciplinata da statuto e che agisce nei limiti del D.Lgs. 117/2017) persegue la diffusione della cultura dell’accessibilità a luoghi e servizi in cui si svolgono attività ed esperienze turistiche. Non solo e non tanto per superare barriere architettoniche, ma progettare la fruizione di realtà pubbliche e private, di tutte le dimensioni economiche in funzione dell’accoglienza. In questo senso, l’approccio virtuale e multimediale di un Museo come il Museo della Scherma M° Marcello Lodetti vuol essere il caso-studio, il principio-guida di ogni museo aperto, cioè OPEN a pubblici differenti per capacità fisiche, mentali, culturali.

CHI È GIOVANNI LODETTI
Giovanni Lodetti ha elaborato le discipline che regolano tutte le implicazioni psicologiche e pedagogiche allo sport di cui AIPPS da trent’anni ne è consapevole. Un’esperienza che ha permesso lo sviluppo di ricerche e progetti sul campo sfociati nella nascita della – Psicologia clinica dello sport – che nel 2007 è stata riconosciuta nel Congresso EFPA di Praga. Attraverso poi lo sviluppo di un modello operativo di “Ecologia della mente e dello sport”, concluso con un Manifesto attuativo nel 2013 si è avuto il pieno sviluppo di un Welfare dello sport che sfocia in un luogo di studio come “Area Lodetti”, attualmente Docenza in benessere sociale attraverso il movimento fisico presso il Dipartimento di Scienze motorie dell’Università degli Studi di Milano.

PATROCINI

Ateneo dell’Università degli studi di Milano, Panathlon International, CONI Lombardia, Federazione Italiana Scherma Lombardia, Comitato Paralimpico Lombardia, Società Italiana di storia dello Sport, Associazione Internazionale Psicologia e Psicanalisi dello Sport, Federazione Italiana dello Sport Universitario, Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Milano, Unione Nazionale Veterani dello Sport.

La città di Milano non rispetta il turismo

Da milanese, da italiano, da turista per passione e professione mi sto rendendo conto di quanto la città di Miano si stia impoverendo sempre di più per ragioni ai più sconosciute. Ma cosa sta succedendo?

L’esperienza cui si ispira questo articolo nasce sabato 11 gennaio 2024, iniziata da un regalo di Natale a mia moglie Silvia, il biglietto per vedere “Lo schiaccianoci” di Piotr Ilic Tchaikovsky al Teatro alla Scala. Partiamo da Bande Nere con la metropolitana. Ricordo ai lettori che sono una persona con disabilità Chiediamo al controllore se l’ascensore al duomo funzionava, sapendo che la riapertura degli ascensori al duomo era prevista per il 6 gennaio. Ci danno l’ok, stupito da questo ok per scarsa fiducia degli amministratori locali e dei lavori ATM. Partiamo.

Scendiamo al Duomo, dove come previsto non funzionava l’ascensore esterno. Chiediamo al controllore dove potevamo uscire rispondendo che dovevamo chiedere al controllore di Bande Nere ed abbiamo risposto che per lui era tutto funzionante; comunque percorrendo tutto il corridoio arrivavamo in Cordusio e lì c’è il montascale (personalmente credo sia il più lento del mondo), fremendo perché al Teatro alla Scala gli spettacoli iniziano alle 20.00. E finalmente arriviamo all’ingresso della Scala alle 19.45.

Al termine dello spettacolo 22.30 con Silvia volevamo trascorrere una serata fuori; usciamo dalla Scala con grande fatica a causa della folla che solitamente si assembra all’uscita degli spettacoli e ci avviamo verso la zona dei ristoranti/pizzerie. Tutti inesorabilmente chiusi. Al sabato sera il centro di Milano era praticamente vuoto e sporcizia ovunque. Ci siamo spostato in via Dante, stesso scenario squallido. Una Milano così triste e brutta non l’avevo mai vista. Siamo tornati mestamente a casa e ci siamo fatti la pasta di mezzanotte.

Reduci da una vacanza a Madrid e da un weekend a Firenze, trovare questo decadimento in centro a Milano fa sorgere numerosi dubbi sull’amministrazione della seconda città d’Italia: il centro della città ignora completamente le esigenze dei cittadini e dei turisti che vogliono divertirsi e/o semplicemente cenare al termine di uno spettacolo al cinema o a teatro. Un quadro desolante e il confronto con Madrid e Firenze è semplicemente pietoso. Un senso di smarrimento, un senso di rabbia verso la città in cui vivo e che ho amato. A Firenze una ordinanza comunale vieta la vendita di alcolici in negozi del centro dalle ore 21, mi sembra ridicolo perché basta attraversare un qualunque ponte sull’Arno, ed acquisti quello che vuoi. In ogni caso, non vedo l’utilità di una simile ordinanza se non la perdita di guadagno dei negozianti. In compenso la città di Firenze è pulitissima, nonostante sia una delle città più visitate del mondo. A Madrid sembra di essere in un altro pianeta.

Quindi se si vuole gestire una grande città è possibile, a patto che ci sia rispetto per tutti: cittadini, turisti e persone con disabilità. Chi scrive queste parole è un cittadino, un turista e una persona con disabilità che vede il degrado diffuso della città. Non oso pensare nelle periferie cosa possa succedere. Stiamo assistendo al declino di una ex grande città e lo scrivo con grande rammarico.

Antonio Capoduro
Pres. Associazione Nazionale Turismo Open

Memoriale della Shoah a Milano

Per informazioni sul Memoriale della Shoah si veda il seguente link a cura di Incuriosire.it

Dove si trova

Informazioni da YesMilano Accessibile

Come arrivare coi mezzi pubblici
Metropolitane M2 e M3 (fermata Centrale) bus 90, 91, 92.
Per informazioni sull’accessibilità dei mezzi pubblici ATM:
http://www.atm.it/it/ViaggiaConNoi/Disabili/Pagine/atmperidisabili.aspx

Dove parcheggiare
E’ possibile parcheggiare sulle strisce blu lungo la via. Sono presenti due posti auto riservati ai titolari di pass disabili: uno situato a circa 50 m su via Ferrante Aporti, l’altro in via Soperga.
Per informazioni sulla viabilità e la sosta a Milano:
https://www.comune.milano.it/aree-tematiche/mobilita/servizi-per-le-disabilita

Informazioni per i visitatori
Visite guidate prenotabili all’indirizzo: prenotazioni@memorialeshoah.it
Per le scolaresche visite su prenotazione all’indirizzo: didattica@memorialeshoah.it
A disposizione dei visitatori è presente una carrozzina manuale
E’ disponibile un’ audioguida semplificata del Memoriale della Shoah di Milano, scaricabile attraverso un’app gratuita multilingue.

Ingresso
L’ingresso principale presenta porta scorrevole automatica di 185 cm.
Superato l’ingresso una rampa inclinata (pendenza 6,5%, corrimano su entrambi i lati) conduce al piano rialzato.

Accoglienza
Al piano rialzato si trovano:

  • il punto di accoglienza e informazioni
  • il guardaroba
  • uno spazio dedicato alle mostre temporanee.

Ascensore
Un ascensore collega l’area dedicata agli allestimenti permanenti del Memoriale al piano -1 e ha le seguenti caratteristiche:

  • larghezza porta 93 cm, interno cabina 152 x 151cm
  • pulsantiera in Braille e a rilievo h massima 95 cm
  • segnale acustico e visivo arrivo al piano.

Percorso Espositivo
Il Memoriale della Shoah (Binario 21) si trova nell’area della Stazione Centrale situata al di sotto dei binari ferroviari, area in origine adibita a carico e scarico dei vagoni postali. Vi si accede direttamente da via Ferrante Aporti. Tra il 1943 e il1945 fu luogo dove centinaia di deportati, furono caricati sui convogli diretti ai campi di concentramento.
Il percorso espositivo permanente inizia con la Sala delle Testimonianze: sei spazi dove vengono proiettate le testimonianze dei sopravvissuti alla deportazione; ogni sala è dotata di una breve rampa inclinata in metallo (pendenza 3%, larghezza 92 cm, corrimano a sinistra), all’interno della sala si trovano 15 sedute  (h 44 cm), e uno spazio riservato alle persone in carrozzina.
Sul muro sono posizionati pannelli dove si raccontano i fatti legati a questo luogo e le storie dei protagonisti.
Un dislivello (pendenza 2%) permette di raggiungere lo spazio che ospita il “Binario della Destinazione Ignota”, dove si trovano quattro vagoni originali che è possibile attraversare tramite brevi rampe poste ai lati (lunghezza 103 cm – pendenza 7%). Attraversati i vagoni, o percorsa una passerella in alluminio, si accede alla seconda banchina dove una ventina di targhe riportano le date e le destinazioni dei convogli. Lungo tutta la parete della banchina è posizionato il Muro Dei Nomi, dove si leggono i 774 nomi (per i primi 2 treni) di coloro che furono deportati dalla Stazione Centrale di Milano verso i campi di sterminio. Questa parte del percorso termina con il “Luogo di Riflessione”, uno spazio a forma troncoconica raggiungibile percorrendo una rampa elicoidale (sedute h 43 cm).
Al piano -1 raggiungibile tramite una scala elicoidale (27 gradini) o con l’ascensore si trova l’Auditorium, spazio dedicato a convegni e dibattiti.
Al piano inferiore il progetto prevede la creazione della Sala dei Memoriali, archivio della biblioteca soprastante (struttura a tre piani in acciaio e vetro) anch’essa in fase di realizzazione così come il bookshop che troverà spazio al piano rialzato.

Servizi igienici
I servizi igienici attrezzati sono collocati al piano -1 e al piano rialzato.
Il servizio igienico attrezzato situato al piano -1  ha le seguenti caratteristiche:

  • porta scorrevole larghezza 96 cm
  • antibagno con a battente di larghezza 90 cm e lavabo sospeso (spazio frontale 210 cm)
  • locale wc con porta a battente di larghezza 93 cm
  • lavabo sospeso (spazio frontale 90 cm) wc sospeso (h 50 cm, spazio frontale 70 cm, spazio laterale destro 24 cm, laterale sinistro 60 cm; maniglioni orizzontali su entrambi i lati e maniglione verticale sul lato destro).

I due servizi igienici attrezzati situati al piano rialzato, hanno le seguenti caratteristiche:

  • antibagno con porta a battente di larghezza 90 cm e lavabo sospeso (spazio frontale 210 cm)
  • bagno con porta a battente di larghezza 89 cm
  • lavabo sospeso (spazio frontale 127 cm) wc sospeso (h 50 cm, spazio frontale 137 cm, spazio laterale destro 90 cm, laterale sinistro 23 cm; maniglione orizzontale sul lato destro).
Milano città europea?

Caro Sig. Sindaco,

                                  scrivo questa lettera aperta in qualità di Presidente dell’Associazione Nazionale Turismo Open, associazione che si occupa di mappare e raccontare il patrimonio storico, culturale, artistico e paesaggistico del nostro meraviglio paese dal punto di vista dell’accessibilità, un’incredibile risorsa evidentemente poco valorizzata da poter essere visitata da tutte le persone, anche e soprattutto da chi, come me, è costretto a muoversi in carrozzina.

Essendo Presidente di una associazione che si occupa di barriere architettoniche, cerco di vedere e valutare soluzioni che trovano in altre città, italiane ed estere. Lo scorso anno sono andato a Parigi, e quest’anno sono andato a Madrid. Quando sono tornato a Milano, mi sono chiesto: ma possibile tanta differenza tra grandi città del mondo d europee e Milano? Milano è una città europea? La risposta la può trovare all’aeroporto JFK di New York e quello di Madrid; arrivato a NY mi sono trovato un corridoio lungo, in giallo con la scritta Benvenuto a New York tradotta in tutte le lingue del mondo e una carrellata di fotografie meravigliose di New York e dell’America; a Madrid in tutte le lingue d’Europa, a Milano Malpensa invece mi sono trovato in un corridoio lungo con la scritta Uscita ed Exit. E qui mi sono sentito a disagio. Nessuna appartenenza, nessun messaggio di benvenuto, neanche l’orgoglio patriottico tanto caro di questi tempi.

Il messaggio è forte: Milano è una città europea? La risposta è no. E non solo perché non c’è scritto da nessuna parte all’uscita dall’aeroporto; ma anche per la pulizia, la scarsa attenzione nella cura dei marciapiedi, per la mancanza di accessibilità agli edifici commerciali, ai trasporti pubblici, i troppi cantieri aperti rendono difficilissima la viabilità, strade fatiscenti, buche ovunque, pavé mal posizionato, binari del tram sollevati rispetto al passaggio pedonale, parcheggi selvaggi, mancanza di panchine per riposare le gambe, inadeguato numero di servizi igienici pubblici, materiale tramviario degli anni 30, realizzazione degli scivoli da marciapiedi poco curati e l’elenco potrebbe andare avanti.

Milano città europea? No, a Milano manca completamente la civiltà europea: le faccio un esempio? Una carrozzina che deve salire su un autobus, deve scomodare l’autista che deve scendere, alzare la pedana, chiedere permesso a tutti, sistema completamente antigienico, chiedere la fermata in cui scendere e a destinazione scendere e compiere in maniera inversa le operazioni. A Parigi, ma anche in Veneto tutto questo viene risolto attraverso un meccanismo idraulico incluso nel mezzo, il bus si abbassa e si estrae la pedana. Quando il passeggero con disabilità è salito, si chiude la pedana, l’autobus si alza e riprende la corsa. Quando si arriva a destinazione si preme il pulsante di avviso, e l’autista avvia la procedura senza dover uscire dal posto di guida.

Milano città europea? No. Sono nato a Milano, amo questa città, so che non è una città di passeggio, ma è una città di commercio e servizi. Costruendo passaggi pedonali si denaturalizza lo spirito con cui era stata concepita Mediolanum, una città di collegamento tra nord Europa e il sud. Leonardo stesso aveva capito che con la costruzione di canali si poteva sviluppare il commercio e i servizi, oltre che favorire la fabbrica del Duomo i cui materiali venivano presi dai monti comaschi.

E’ raro che smarrisca il senso dell’orientamento ovunque mi trovi, l’unico posto in cui mi perdo sa dove è? L’uscita della metropolitana gialla in Piazza Duomo con gli ascensori Possibile?. Il culmine che mi ha spinto a scrivere questa lettera è stata l’amara notizia dell’interruzione di tutti i servizi di ascensori per andare in piazza del Duomo con la metropolitana fino al 31/12/2024. Sa cosa significa questo? Impedire a persone in difficoltà o con semplici passeggini a fare shopping durante il periodo natalizio, a vedere le belle mostre di Palazzo Reale e via dicendo. Milano è una città europea? No! Devo continuare?

Antonio Capoduro